Aftermath
“Aftermath” è un progetto iniziato nel 2002 e che Giannini ancora porta avanti. Come in tutti i suoi lavori, insegue le tracce lasciate dall’uomo sulla terra e, attraverso indagini circoscritte e continue catalogazioni, diventa testimone di un mondo usa e getta che racconta la nostra civiltà, denunciando quel modello di sviluppo che mette la merce davanti alla persone, ma sottolineando il nuovo valore estetico e visionario che assume tutto questo.
“Aftermath” è la scoperta di un mondo diverso e che spesso osserviamo di sfuggita, è un nuovo censimento, una visione ulteriore delle cose. Ciò che l’autore vuole non è solo puntare il dito e sottolineare un’idea di genere umano incapace di amare la propria terra come dovrebbe, è sottolineare la magnificenza della natura che ci circonda, che nonostante tutto accoglie difendendo sempre le sue fondamenta. Mostra scenari e membri di una nuova “popolazione”, riconsidera il concetto di ecosistema. Il suo è uno studio sulle nuove interrelazioni che esistono tra gli organismi viventi e quei frammenti di oggetti custoditi dalla terra, diventati nel tempo testimonianze e reperti di nuova archeologia.
Scatti senza spazio e tempo, che rivelano qualcosa per nascondere altro. Fotografie prive di esseri umani, eppure in grado di richiamarne sempre la presenza; scarti, rifiuti, abbandonati e occultati che ritornano a vivere tra noi, custodi di una propria anima.
Qualcosa di levigato, lacerato, insabbiato, dissolto, svelato dal vento e trasformato dal tempo.