Domestiche
Nel 1995 Giacomo Giannini realizza nella sezione contemporanea, per la VI Biennale Internazionale di fotografia curata da Denis Curti, “Domestiche”. L’autore, fotografo visionario, esplorando il mondo umano e quello appartenente al cibo, produce una serie di Polaroid poi acquisite tramite scanner a tamburo e ingrandite 50×60 cm. Stampate in foto transfer e “pressate” su tela, diventano pezzi unici per tema l’inquinamento domestico.
Giannini si muove nel ristretto spazio della cucina e dell’ universo cibo realizzando un mondo a volte indefinito altre, plastico e surreale, abitato da confusione e infinite suggestioni.
Le rappresentazioni che ne scaturiscono sono opere concettuali dove mai nulla viene lasciato al caso, compresa l’abilità di saper intrecciare gli elementi comuni della cucina al mistero, con riferimenti ironici, in una sofisticata costruzione dell’ immagine che rimanda costantemente alla rappresentazione della natura morta in pittura, dove gli aspetti principali diventano l’originalità della composizione, le angolazioni particolari e la ricerca del colore donando alle polaroid un sapore onirico sospeso nel tempo.
DENIS CURTI
Presentazione delle quindici grandi Polaroid su tela per la VI Biennale Internazionale di fotografia, Torino, 1995
“È l’ossessione del lavandino pulito, la sublimazione di un muscoloso Mastrolindo.
È il rifiuto di vedere dalla finestra.
Una sorta di sfondamento a pugni chiusi dentro la madre di tutte le perversioni, dove anche una Madonna potrebbe ungersi del resto del fritto.
Ma è anche il piacere di guardare da una angolazione sempre diversa risultato di una instabilita’ che e’ anche il frutto di controllo perfetto e casuale dell’immagine che, una volta pensata, prende forma la dove è nata.
Aria stantia da cucina usata e usata bene: così, la ricerca di G.G. è una vera e propria fucina di creatività. L’obiettivo, pur muovendosi nel ristretto spazio della sua cucina, riesce a circoscrivere un mondo a prima vista indefinito, abitato da strani animali e circondato da infinite suggestioni.
L’apparente confusione di forme colori svela l’intimità della vita e delle paure del nulla e si presta a continue sovrapposizioni di pensieri difficili da tenere insieme.
Poi, quasi incredibilmente e a percorso ultimato si scopre quanto quelle immagini siano riconducibili alla perfezione di un ordine che solletica e disturba il simbolismo.
Le rappresentazioni che scaturiscono sembrano nascere direttamente dall’inconscio.
Il risultato, reso ancora più sorprendente dal grosso formato delle stampe e da un uso straordinario delle polaroid, stampate in foto transfert e montate su tela.”